COMPENDIO
Introduzione - Le Prove non Distruttive (PnD) sono il
complesso di esami, prove e rilievi condotti impiegando metodi
che non richiedono la distruzione o l'asportazione di campioni
dalla struttura in esame, nè alterano il materiale.
L'obbiettivo della loro utilizzazione nell'ambito del progetto
OSMATER era quello di certificare l'origine dei materiali e la
loro qualità.
Le tecniche - I metodi più comunemente
utilizzati si basano sugli ultrasuoni, le radiazioni X e y,
le vibrazioni, l'induzione elettromagnetica, i liquidi
penetranti. Molte altre tecnologie sono utilizzabili,
come per es. la termografia, l'endoscopia, l'estensimetria,
la livellometria, l'emissione acustica, la neutrografia,
l'olografia e l'interferometria ottica, la tomografia e
l'olografia acustica..
I materiali su cui si applicano -
Attualmente le tecniche analisi non distruttiva sono
comunemente applicate su una vasta gamma sia di materiali,
quali ad es. i metalli, i compositi, le plastiche, i ceramici,
sia di strutture via via più complesse, quali ad es. i
motori, i reattori nucleari e dell'industria chimica, i
gasdotti, i ponti, ed infine sulle opere d'arte. I risultati
delle indagini sono alla base della valutazione della
qualità di un prodotto e servono per l'esame
dell'integrità strutturale di un componente, per la
diagnosi e ricerca delle cause di malfunzionamenti di
macchinari.
Le proprietà utili - Le prove
non-distruttive, oltre a mantenere integra (o quasi) la
struttura indagata, sono in genere caratterizzate dalle
seguenti proprietà:
- informano in modo globale, rapido e semplice
- forniscono risultati sia qualitativi che quantitativi
o comunque comparativi
Il caso dei lapidei - Anche nel caso dei
materiali lapidei, le applicazioni delle PND sono molteplici;
tra le più interessanti si citano:
- l'utilizzo in laboratorio su provini per le varie
certificazioni possibili del materiale (qualità,
origine, etc.)
- l'utilizzo in impianto di produzione per
garantire oggettivamente e quantitativamente le proprietà
fisico-meccaniche ed estetiche del prodotto finito; può
essere così attuato operativamente ed efficacemente il
Factory Production Control (FPC), previsto anche dalla
normativa sulla marcatura CE
L'esigenza di oggettività in
operazioni di certificazione e valorizzazione dei prodotti
è stato un importante fattore di impulso allo sviluppo
di metodologie non distruttive di caratterizzazione dei
materiali direttamente sulla linea di produzione. Riassumendo,
i principali vantaggi che questa applicazione comporta risiedono
nelle capacità delle tecnologie non distruttive di:
- sostituire affidabilmente tecniche distruttive
- fornire dati quantitativi e oggettivi di caratteristiche
sinora valutate soggettivamente e/o qualitativamente
- fornire informazioni e dati ripetibili, condizione
essenziale per qualunque garanzia di tipo commerciale,
soprattutto dal punto di vista delle diverse possibili
certificazioni
Le tecnologie utilizzate - Lo studio
si è basato sulla ricerca delle tecniche esistenti e di quelle
effettivamente applicabili nel campo delle rocce ornamentali.
Sono state impiegate, fra le altre, le seguenti tecnologie:
- Analisi di immagine nel campo del visivo e degli infrarossi
- Assorbimento d'acqua, con varie modalità
- Ultrasuoni
- Risonanza magnetica nucleare - NMR
- Scivolosità tramite pattino
Le prime tre metodologie, di cui sono
disponibili attrezzature affidabili, sono state indagate
ed utilizzate sistematicamente su un campione completo di
5 litotipi per 130 mattonelle, secondo un piano di
sperimentazione che ha consentito lo studio di
correlazione con tecniche distruttive. Le altre
metodologie sono state sperimentate per accertarne
l'utilizzabilità ed identificare la tipologia di
apparecchiatura e di test ottimali. SI riportano di
seguito alcune note sintetiche delle tre suddette PnD.
L'analisi di immagine - Consiste nella
acquisizione di immagine tramite telecamera digitale ad
alta risoluzione. Se facciamo riferimento ad immagini rgb,
quelle normalmente utilizzate dagli schermi dei computer,
dobbiamo memorizzare per ognuno dei canali (in questo caso
tre) una matrice numerica di valori, necessari per
ricostruire l'immagine a colori mediante composizione dei
valori dei tre canali in ogni pixel. Una volta posseduta
l'immagine digitalizzata, di qualunque tipo, si procede
ad un'elaborazione usando diversi strumenti, fra cui le
analisi statistiche mono- e multivariabile, le metodologie
proprie della geostatistica e della morfologia matematica.
I risultati ottenuti confermano la capacità di
estrarre quantitativamente informazioni specifiche del
prodotto, sia di carattere estetico (colore, venature,
granulometria), sia di carattere geometrico (sbeccature,
ortogonalità, planarità), sia correlabili
alle altre caratteristiche fisico-meccaniche (es.
granulometria, tessitura, anisotropia).
Gli ultrasuoni - I rilievi mediante
impiego di onde ultrasoniche sono un metodo di indagine non
distruttivo utilizzati per individuare nei materiali anomalie,
quali fessure, porosità, cavità. La tecnica si
basa sulla misurazione del tempo impiegato dalle onde soniche,
di frequenza compresa tra 16 e 20 kHz, nell'attraversare un
determinato percorso all'interno di un materiale. La misura
del tempo t di percorrenza dell'onda sonica all'interno del
materiale integro permette di risalire alla velocità
delle onde stesse conoscendo la lunghezza della traiettoria
delle onde. Questo metodo permette di determinare la
velocità di onde di vario tipo in campioni di roccia
con dimensioni non commensurabili con quelle della lunghezza
d'onda dell'impulso usato. Le prove effettuate confermano
la significatività di questa metodologia per
caratterizzare dal punto di vista fisico meccanico sia il
materiale, sia il prodotto.
L'assorbimento con spugnette -
La prova di assorbimento mediante spugnetta, una dei
possibili test di assorbimento, non è altro che
l'applicazione di una spugna bagnata, determinando, in
tempi molto brevi, la quantità, in peso, d'acqua
assorbita dal materiale lapideo in esame. La prova è
estremamente rapida, pratica ed efficiente e significativa
di alcune proprietà specifiche del materiale e del
prodotto.
Lo studio delle correlazioni e della discriminazione -
Le informazioni relative ai test effettuati, sono state
elaborate attraverso caratterizzazioni multivariabili,
fra cui l'analisi in componenti principali, ai fini di
identificare: le correlazioni esistenti; le caratteristiche
specifiche di un prodotto al fine di identificare il materiale
costitutivo. Sono stati correlati i test distruttivi con quelli
non distruttivi ottenendo delle informazioni indirette stabili.
L'elevato numero di prove e di campioni ha permesso di ottenere
una vasta gamma di risultati significativi che, previa una
elaborazione basata su metodi differenziati per materiale e
per prodotto, hanno consentito di identificare delle
correlazioni e dei "domini di esistenza" molto soddisfacenti.
La certificazione d'origine - I test
non distruttivi hanno dimostrato di caratterizzare e
discriminare con efficacia i differenti prodotti dei vari
materiali. E' stata identificata una procedura migliorata
rispetto a quelle esistenti, basate principalmente
sull'analisi di immagine, per la identificazione e
certificazione dell'origine dei prodotti.
La correlabilità coi test
distruttivi - Per ogni prodotto di ogni materiale
è stata identificata la serie di test non distruttivi
in grado di fornire una qualificazione fisico-meccanica
normalmente ottenuta con test distruttivi. I test e le
funzioni di correlazioni variano da materiale a materiale,
mantenendo un elevato grado di affidabilità.
Il marchio tipo DOP - Dopo una
analisi accurata delle implicazioni legali, commerciali e
tecniche di una certificazione di origine e di qualità
per dei materiali naturali; previa una analisi critica dei
limiti commerciali di una certificazione tipo marcatura CE;
considerati i risultati ottenuti con le PnD, sono proposte
una procedura e delle linee guida per la creazione e gestione
di un marchio di origine e qualità di tipo DOP per i
prodotti lapidei del VCO. In particolare la procedura
proposta richiede la redazione di:
- un disciplinare di costituzione di una ente,
tipicamente un consorzio fra produttori, incaricato di
gestire il marchio d'origine e qualità tipo DOP
per i prodotti del VCO, identificandone le specifiche e
definendo le caratteristiche della filiera produttiva e
dei controlli; un altro aspetto fondamentale, mutuato da
esperienze analoghe, è l'identificazione di un
organismo terzo di controllo, sia del rispetto delle
modalità di produzione definite dal consorzio,
sia delle qualità e caratteristiche associate al
prodotto certificato tipo DOP;
- una delibera da fare adottare alla competente autorità
amministrativa (tipicamente la Provincia e/o la Regione)
per il riconoscimento del marchio e dell'ente di gestione
del marchio e dell'ente esterno indicato a garanzia del
mercato.
Conclusioni - Sono stati confermati
numericamente e quantitativamente dei risultati che prima
d'ora erano noti solo qualitativamente e/o erano attesi.
È stata focalizzata l'attenzione e lo studio verso
alcune PnD, quelle dimostratesi significative, utili ed
operative. I risultati conseguiti dimostrano la
validità dell'approccio e le grandi prospettive
di utilizzabilità delle PnD per la qualificazione
e valorizzazione dei prodotti del VCO sul mercato,
attraverso un FPC su ogni elemento prodotto, ed attraverso
una certificazione di origine e qualità di tipo DOP.
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