L'opera dell'uomo è la continuazione della natura,
per lunghi secoli ne ha seguito e assecondato i ritmi. Gli edifici sono gli
elementi più importanti e numerosi dell'opera di antropizzazione del
paesaggio. Prima che il mondo moderno spezzasse con le sue diavolerie questo
legame antico, le case sembravano essere sorte quasi spontaneamente dal terreno,
come funghi, come cespugli, come germogli di pietra da un organismo vivo.
Tutti gli edifici della valle sorgevano sulla pietra, erano di pietra, qualche volta
erano addirittura in tutto o in parte dentro la pietra.
Per questo la pietra ha consolidato il suo ruolo di interprete quasi solitario
dell'architettura spontanea ossolana: tutti gli altri materiali sono di contorno e
di completamento. Sono il segno di una ricchezza che aggiunge elementi di contorno
alla struttura essenziale in termini sia funzionali che simbolici.
La pietra è stata il materiale di costruzione preferito e più diffuso,
in conci irregolari, in blocchi lavorati e squadrati, in pezzi scolpiti che spesso
assumono valenza di opere d'arte, di sofisticate produzioni artistiche.
La pietra da il senso della solidità, della sicurezza, del benessere e della
durata: la pietra "è per sempre come i diamanti".
Essa possiede ha una forte valenza simbolica ed estetica (è bella) ma anche
molti vantaggi calcolati secondo parametri più moderni: come la resistenza
all'inquinamento, la forte capacità di barriera termica e acustica.
La pietra dell'Ossola non stinge, non deperisce, non si scrosta, non si sbriciola.
Costruire sulla pietra è la metafora delle certezze che servono.
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