La pietra è allo stesso tempo il cuore e la
pelle della montagna, la sua essenza vitale e il suo aspetto. Quasi
tutte le aree alpine sono il regno della pietra, ma non in tutte l'uomo
ha continuato a usarla per rigenerare le valenze naturali che essa
rappresenta in forma primaria, non dappertutto ha cioè continuato
a "vivere nella pietra". Fino a tempi relativamente recenti gli abitanti
dell'Ossola hanno insistito a usare la pietra in forma quasi esclusiva
per la costruzione del loro mondo: case, ma anche strade, luoghi di lavoro,
decorazioni e arredi. La pietra è diventata un elemento identitario.
Sono soprattutto gli elementi di maggiore sacralità ad avere il legame
più intimo con la pietra: un magico filo rosso collega i massi coppellati
(che sono la manifestazione più antica di sacralizzazione del territorio),
ai menhir, ai campanili, alle chiese. Tutto nasce dalla pietra, gli edifici sono
la continuazione anche fisica del paesaggio litico, sorgono sulla pietra, sono
fatti di pietra, qualche volta sono addirittura incastonati nella pietra e a volte
ne sono in parte estratti come sculture. L'Ossola ha conservato questa
consapevolezza che la pietra sia il vero deposito della sacralità:
non è un caso che per costruire l'edificio più importante e
magico della grande valle del Po - la cattedrale che a Milano è stata
dedicata alla Vergine e che ha preso il posto del più antico e venerato
tempio pagano alla Dea Madre - si sia ricorso alla più preziosa delle
pietre di questa valle.
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